Per il processo del nuovo porto di Molfetta saranno ascoltati il cap. Giambattista Acquatico, l’operatore subacqueo Claudio BUOSO e l’ex ass. Pietro UVA

Presso il Tribunale di Trani, domani 19 novembre alle ore 14.00, prosegue speditamente il processo sulla costruzione del nuovo porto di Molfetta. Il collegio giudicante presieduto dalla Presidente Dott.ssa Marina Chiddo, e dai giudici a latere Dott.sse Sara Pedone e Claudia Pizzicoli, ascolteranno altri testi. Saranno interrogati dal Pubblico Ministero Dott. Giovanni Lucio Vaira, il Capitano di Fregata Giambattista Acquatico, Comandante del Nucleo S.D.A.I. (Sminamento e Difesa Antimezzi Insidiosi); Giacomo Claudio BUOSO, un sommozzatore che ha partecipato alle varie fasi della bonifica dei fondali marini dell’area portuale. E’ stato convocato dal Pubblico Ministero anche l’ex assessore avv. Uva Pietro, ma probabilmente la sua testimonianza sarà rinviata al prossimo 3 dicembre.

Le testimonianze di Acquatico e Buoso riguarderanno le operazione di bonifica sistematica dell’area portuale di Molfetta, nell’ambito delle attività regolate dall’“Accordo di Programma per la caratterizzazione e la bonifica da ordigni bellici ai fini del risanamento ambientale del Basso Adriatico”, redatto e sottoscritto, nel Novembre 2007, tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Puglia, Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare (I.C.R.A.M) ed Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Puglia (A.R.P.A.).

Per dare attuazione al suddetto accordo, la Regione Puglia, in qualità di membro esecutore dell’AdP, siglò, nel settembre 2008, un apposito Protocollo d’Intesa con lo Stato Maggiore della Marina Militare, successivamente integrato, nel settembre 2009, con una “Convenzione per la permuta di prestazioni finalizzata alla caratterizzazione e la bonifica da ordigni bellici ai fini del risanamento del Basso Adriatico” con la quale la MM si impegnava a realizzare la bonifica, ad opera dei propri Nuclei SDAI, dei residuati bellici, segnalati in esito a prospezioni condotte a cura dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A., Ente che nel frattempo aveva assorbito i compiti dell’ICRAM). La Regione Puglia, di contro, si impegnava ad assicurare, in favore della M.M.I., la fornitura di combustibile navale distillato (F- 76) di valore pari alle prestazioni fornite e sino al raggiungimento delle risorse economiche rese disponibili, per un ammontare di € 2.300.000,00.

Dall’esame della documentazione che Giacomo Claudio BUOSO ha esibito in sede di sommarie informazioni testimoniali è emerso un dato inquietante: anche la certificazione di area sgombra da ordigni bellici che ZANNINI ha prodotto in data 08.05.2012, per i lavori di prolungamento della Diga Antemurale, è risultata essere non veritiera.

Infatti leggendo la descrizione di Buoso (elenco n.1) e confrontandola con quella di Zannini (elenco n.2) si noterà come gli ordigni diventavano semplici target  metallici e “una bomba di aereo chimica di cm 38×80 con spoletta (WP415)” era diventata “un cilindro metallico” di cm 38×80. 

Sicuramente molto interessanti saranno le dichiarazione del Capitano Acquatico circa la situazione della bonifica bellica e il numero degli ordigni recuperati o distrutti alla data del 30.06.2013.

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