I nostri pescatori continuano a pescare casse di ordigni invece che pesce

Non è la prima volta e non sarà l’ultima che i pescatori della nostra marineria pescano casse di ordigni fumanti. Quest’ultimo ritrovamento avvenuto (forse a 5 miglia dalla costa) qualche giorno fa, deve farci riflettere sul pericolo che corrono quotidianamente i nostri pescatori durante le loro battute di pesca.

 

 

“Allarme fosforo per il mare Adriatico”, sommozzatori scandagliano i fondali

di Pasquale Bergamaschi – www.ilrestodelcarlino.it

Ascoli, 29 novembre 2014 – Lo strano caso, ovvero fumo e fiamme che prendono corpo dalle reti appena tirate a bordo dall’equipaggio del motopeschereccio ‘Marpesca’ di Termoli, dell’armatore Giacomo Cannarsa, in pesca a 5 / 6 miglia all’altezza di Cupramarittima, potrebbe avere una più che concreta giustificazione.

La sostanza gelatinosa, sembra a base di fosforo, che il comandante della ‘Marpesca’ ha raccolto in due barattoli poi consegnati al comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto, Sergio Lo Presti, per gli esami di rito, potrebbe essere il contenuto delle ‘bombe a grappoli’ che gli aerei americani sganciavano in Adriatico al termine delle missioni nei Balcani, ai tempi della guerra fratricida dei popoli dell’ex Jugoslavia.

«Come si leggeva a quei tempi, cioè nel 1999 – dice il comandante Pietro Merlini – queste bombe a grappoli di colore giallo contenevano sostanze infiammabili e dovevano essere scaricate prima che gli aerei americani tornassero alla base. Ricordo che proprio in quel periodo un’imbarcazione di Rimini, se non sbaglio ‘Il Profeta’, incappò nel contenuto di queste bombe e prese fuoco in coperta, come è successo al ‘Marpesca’».

Chiedendo ad altri comandanti della flottiglia peschereccia sambenedettese, comunque mai incappata in questi imprevisti post–bellici, la risposta è identica. Afferma Franco Cameli: «A me non è mai accaduto, però l’unico legame potrebbe essere quello della sfortunata pesca, invece del pesce la sostanza gelatinosa infiammabile». Stessa dichiarazione del collega Umberto Cosignani che però aggiunge a sostegno di quanto detto dal comandante Merlini.

«Nel 1999, durante la guerra nei Balcani, gli aerei americani smaltivano in Adriatico le ‘bombe a grappoli’ incendiarie, tant’è che nell’anno successivo, come armatori – pescatori delle marinerie dell’Adriatico, fummo costretti a 3 mesi di fermo pesca: 1 mese e mezzo giustificato dal riposo biologico e l’altro mese e mezzo, dal fermo bellico, il tempo che servì a bonificare l’Adriatico dalle bombe infiammabili».

Stando ai fatti, non tutte sono state ‘ripescate’ e di qui l’ipotesi che potrebbe calzare a pennello al caso del ‘Marpesca’: nelle sue reti è finito una specie di barattolo con materiale infiammabile, sicuramente con larga percentuale di fosforo. Un imprevisto che non ha comportato gravi danni alle cose e alle persone dell’equipaggio del ‘Marpesca’, come invece è accaduto tanti anni fa, subito dopo la II guerra mondiale, ai motopescherecci saltati in aria per aver pescato degli ordigni bellici. «Accade ancora – dicono alcuni pescatori – ma le bombre che entrano nelle reti le buttiamo nelle zone dove non si pesca, altrimenti, per le varie questioni burocratiche si rischia di stare fermi un mese circa».

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Lunedì, conferenza stampa del Comitato Bonifica Molfetta

Il Comitato Bonifica Molfetta terrà una conferenza stampa  Lunedì 1 dicembre alle ore 18.15 presso la sala stampa di Palazzo Giovene in Piazza Municipio.

Saranno presentati aggiornamenti:

– sulle osservazioni inoltrate nel luglio scorso al Ministero dell’Ambiente in opposizione alle trivellazioni nel basso Adriatico e sulla documentazione integrativa che lo stesso Ministero ha richiesto alla società Global Petroleum;

– sulla fase di bonifica dell’area portuale e Torre Gavetone;

– sulla messa in sicurezza del porto e delle prospettive future;

Inoltre sarà illustrata la proposta di istituzione di una commissione comunale di studio tecnico-scientifico sull’esposizione cronica alle tossine dell’Ostreopsis ovata (alga tossica) e la creazione di un osservatorio che rilevi le ricadute della stessa sull’ecosistema.

“Il mare a Molfetta” tra ordigni bellici, alga tossica e depuratori malfunzionanti

IL MARE A MOLFETTA

Questo video è stato realizzato per sensibilizzare maggiormente i cittadini Molfettesi, mostrando quello che molti non possono vedere, sperando di sensibilizzare anche gli enti governativi in modo che si adoperino per mettere in sicurezza il “nostro mare”.

                                                                     ***

Una pruduzione “Nucleo sub Molfetta“in collaborazione con il “Comitato Bonifica Molfetta“. Video montaggio di Daniele Marzella in collaborazione di Maddalena De Virgilio, Paolo De Gennaro, Pasquale Mezzina e i volontari del Nucleo sub Molfetta. Musiche di Roger Stefane – Un Autre Monde; Akashic Records – Stories of The Old Mansion

La bonifica infinita


MOLFETTA | Bonifica bombe nel porto di amica9tv

Si sono concluse venerdì 31 ottobre nel porto di Molfetta le operazioni dell’11° intervento di bonifica di residuati bellici da parte degli artificieri dell’Esercito.

La messa in sicurezza del porto è iniziata nel maggio 2009 e rientra nelle attività previste dall’accordo di programma per la bonifica delle aree portuali, sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente, Regione Puglia, ARPA Puglia ed ICRAM (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare).

L’obiettivo principale del programma è l’individuazione, il recupero e la disattivazione dei residuati bellici presenti sui fondali delle aree portuali e costiere dell’Adriatico Pugliese.

In quest’ultimo intervento sono state individuate 55 bombe d’aereo da 30 libbre, caricate al fosforo, di nazionalità inglese. Dall’inizio della nuova bonifica sono state individuati e recuperati circa 50.000 ordigni, quanti ne restano ancora da recuperare nella zona portuale e quanti a Torre Gavetone?

La bonifica dei residuati bellici è diventata un business per pochi

Questa mattina è ricominciato il recupero, dallo specchio acqueo portuale di Molfetta, di altri 56 ordigni residuati bellici caricati al fosforo e il successivo loro trasferimento presso una cava di Corato. I convogli partiranno il 27–28–29–30–31 ottobre e 1 novembre e, ogni giorno, oltre i militari saranno impegnati, direttamente e non, anche dei civili che in qualche modo con le loro professionalità e/o imprese partecipano a queste operazioni sin dal 2009.

Sono a carico dell’Amministrazione Comunale tutte le spese relative alle missioni del personale dei vari Enti civili e militari, che forniscono la presenza continua durante le operazioni; una ambulanza della Croce Rossa Italiana con medico, infermiere professionale e personale paramedico; personale del Comando VV.FF.; la Ditta Binetti Capurso per nolo autogrù ed assistenza al recupero dal fondo marino dei fusti contenenti gli ordigni;  la FERRAMENTA PEDONE s.r.l. fornisce dei materiali occorrenti per lo svolgimento in sicurezza del brillamento; la Global Cave srl (Cava) di CORATO offre la disponibilità ed uso di una cava con mezzi e operatori per il ripristino dei luoghi dopo aver neutralizzato e fatto brillare gli ordigni; e poi abbiamo il fotografo Giuseppe Grillo (?) di “FOTO REPLAY” che documenta con puntualità tutte le operazioni dallo spiaggiamento degli ordigni al brillamento in cava.  In dettaglio:

a) FERRAMENTA PEDONE s.r.l. – Bisceglie –  fornitura di quanto richiesto dall’11° Reggimento Genio Guastatori di Foggia con nota prot. n. 68807 del 22.10.2014 per l’espletamento del proprio servizio: – n. 200 sacchetti di sabbia da kg. 25; – n. 2 rotoloni di carta asciuga mani con relativi portarotoli; – n. 6 maschere con n. 12 filtri; – n. 12 paia di guanti in gomma resistenti; – n.7 paia di stivali (dicuin.1n.40,n.4n.42,n.141en.143); – n. 12 rotoli di nastro isolante; – n. 12 rotoli di nastro telato americano; – n. 9 paia di occhiali protettivi da lavoro; – gazebo a fisarmonica;  per l’importo complessivo di € 2.500,00 IVA compresa;

b) Global Cave srl (Cava) di – CORATO. Per l’utilizzo della cava compreso: Preparazione di rampe per la discesa degli automezzi artificieri; Movimentazione di blocchi di pietra già estratti per la creazione di spazi di manovra ai mezzi militari interessati alle operazioni; Utilizzo di alcuni blocchi di pietra per creare un muro di contenimento per le conseguenze del brillamento, con utilizzo dei mezzi ed operatore (escavatore e pala meccanica); Fermo tecnico del sito per gg.6 e danneggiamenti arrecati; – Rimozione dei detriti conseguenti le operazioni di brillamento negli stessi giorni di fermo, nell’ipotesi di materiale innocuo … Per l’importo complessivo per gg.6 (comprensivi dei due per la preparazione rampa e dell’area di brillamento e successiva bonifica) € 18.000,00;

c) 11° Reggimento Genio Gustatori di Foggia ( giorni 6 – unità impegnate n. 1 Ufficiale e n.6 Sottufficiali) Spese di vitto e alloggio presso strutture alberghiere e attività di breefing a fine operazioni importo € 1.500,00 – (non congrua);

d) Binetti Capurso Girolamo  – Molfetta, per nolo autogru ed assistenza per il recupero a terra di ordigni (previsione gg.6 ) € 4.500,00;

e) Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari, per la presenza di n. 8 uomini (1 funz. 2 C.S. e 5 vigili) con mezzi ABP – AFNBCR per una spesa complessiva di € 18.930,00 così specificato: 1. per i precedenti interventi relativi all’ottavo, nono, decimo e l’attuale undicesimo intervento: € 18.874,00 ; 2. interessi legali dal 24.02.2014 al 09.06.2014 € 54,30;

f) Croce Rossa Italiana sezione di Molfetta la presenza per la durata delle operazioni di un’ambulanza perfettamente attrezzata con a bordo un medico, un infermiere professionale e personale paramedico contributo di € 800,00, quale rimborso spese per la disponibilità di figure professionali e mezzo di soccorso;

g) Foto REPLAY di Giuseppe Grillo (?), la presenza per la durata delle operazioni per realizzazione servizio fotografico e video del recupero e brillamento degli ordigni per l’importo complessivo di € 1.250,00 (foto e video ed 1 copia di foto stampate);

h) VARIE per assistenza ai VV.FF. mezzi di trasporto alle cave e in cava, materiali vari occorrenti e non previsti, ecc,  € 1.520,00.

La Determinazione Dirigenziale Settore Lavori Pubblici n. 248 del 23.10.2014, prevede una spesa complessiva di €. 55.000,00 ma la somma delle voci dalla a) alla h) è pari a €. 49.000,00. Alcune voci di spesa includono l’IVA altre no, manca completamente il codice CIG e poi non è chiara la richiesta dei Vigili del Fuoco che chiedono il pagamento dell’ottavo, nono e decimo intervento senza specificare le date e la quantificazione di ognuno. Il vitto e alloggio, per 6 giorni, dei 7 militari dell’esercito non è congruo e il fotoreporter non si chiama Grillo ma Cirillo. Insomma ancora una volta siamo di fronte a un atto amministrativo scritto malissimo e che andrebbe revocato.

Cogliamo l’occasione per sottolineare due dati che meritano un approfondimento. Perchè dal 2009 l’amministrazione comunale coinvolge la ferramenta Pedone di Bisceglie e non, a rotazione,  una ferramenta di Molfetta ? E poi, la presenza della Croce Rossa Italiana, in questi 6 giorni di attività, in sostituzione del SERMOLFETTA costerà alla collettività solo un “contributo” di € 800,00, quale rimborso spese per la disponibilità di figure professionali e mezzo di soccorso, poco più di 130 euro al giorno. Invece dal 2009, da quando hanno avuto inizio le operazioni di bonifica e trasferimento bombe, il SERMOLFETTA ha sempre chiesto e ottenuto dal sindaco Azzollini un “rimborso spese” che si aggirava tra i 400 e i 500 euro al giorno. Ora ci chiediamo, esagerava il SER a chiedere tanto, o è la C.R.I. a chiedere poco? Oppure è la storia del “volontariato”, in questa città, che andrebbe riscritta?

Recupero ordigni a “presunto caricamento speciale”

 Capitaneria di Porto di MOLFETTA

ORDINANZA n.60/2014

Il Capitano di Fregata (CP) sottoscritto, Capo del Circondario Marittimo e Comandante del Porto di Molfetta,

VISTI gli esiti della riunione, convocata dalla Prefettura di Bari con foglio prot. n.14/450/l2/Prot. Civ. in data 13.10.2014, tenutasi presso la Sala di Protezione Civile della stessa Prefettura in data 17.10.2014;

VISTO l’ordine di operazione n”01 prot.0014071 in data 2l.10.2014 con il quale l’11’ Reggimento Genio Guastatori di Foggia ha comunicato che nei giomi 27, 28, 29, 30 e 31 ottobre 2014, congiuntamente con il Nucleo SDAI della Marina Militare di Taranto, eseguirà il recupero dallo specchio acqueo portuale di Molfetta di ordigni residuati bellici a presunto caricamento speciale e il successivo loro trasferimento presso idonei siti per le consequenziali operazioni di brillamento;

VISTA la propria Ordinanza n.03/2011 in data 03.02.2011 nella sua versione consolidata, relativa all’attività di bonifica da ordigni residuati bellici condotta dal Nucleo SDAI della Marina Militare di Taranto;

CONSIDERATO che gli ordigni posizionati in mare in zona di sicurezza dal nucleo SDAI di Taranto, durante le operazioni di cui trattasi, saranno recuperati e depositati a terra per consentire al personale dell’11R.G.T. Genio Guastatori dell’Esercito Italiano di Foggia il posizionamento degli stessi in appositi contenitori per le successive operazioni di trasferimento e brillamento;

RITENUTO necessario, ai fini della tutela della pubblica e privata incolumità, precludere la sosta di uomini e mezzi sulla diga antemurale “A. Salvucci” nonchè il transito e la sosta di unità navali in genere oltre che le attività subacquee nello specchio acqueo circonstante la citata diga a tutti coloro che non sono direttamente interessati alle operazioni di cui trattasi;

RITENUTO altresi necessario, durante il trasferimento degli ordigni, interdire l’accesso in genere nelle aree demaniali marittime che saranno direttamente interessate dal passaggio dei mezzi impegnati nel trasporto degli ordigni;

VISTA la pubblicazione SMM151 edita dallo Stato Maggiore della Marina Militare;

VISTI gli articoli 17, 30 e 81 del Codice della Navigazione nonchd I’art.59 del Regolamento di esecuzione al Codice della Navigazione; VISTI gli atti d’ufficio;

RENDE NOTO

che nei giorni 27. 28. 29. 30 e 31 ottobre 2014, a partire dalle ore 10.00, sulla diga antemurale “Achille Salvucci” del porto di Molfetta si svolgeranno operazioni di recupero di ordigni a presunto caricamento speciale (bombe d’aereo incendiarie) da parte del personale del Nucleo SDAI della Marina Militare di Taranto. Gli ordigni, una volta recuperati, verranno allocati in appositi contenitori, caricati sugli automezzi dell’Esercito Italiano e trasferiti in cava per il brillamento che verrà effettuato a cura del personale dell’11° RGT. Guastatori di Foggia dell’Esercito Italiano.

SDAI2

ORDINA

Articolo I

Nei giomi di cui al rende noto, dalle ore 10.00 e fino al termine delle operazioni di recupero e successivo trasferimento degli ordigni, nell’area centrata nel punto avente le seguenti coordinate geografiche:

Lat.4lol2’40.80’N – Long. 016035’05.20E (datum WGS g4);

in cui saranno effettuate le operazioni di spiaggiamento da parte del personale del Nucleo SDAI della Marina Militare di Taranto, è vietato:

a.  per un raggio di 1000(mille) metri. effettuare immersioni subacquee di qualsiasi tipo;

b. per un raggio di 300 (trecento) metri. il transito, l’ancoraggio e la sosta a persone, mezzi navali e terrestri, nonchè ogni altra attivitd in genere.

Sono esclusi dai divieti di cui sopra il personale ed i mezzi partecipanti alle operazioni o in assistenza alle stesse.

Articolo 2

Salvo che il fatto costituisca diverso e/o più grave reato o illecito amministrativo, i contravventori alla presente ordinanza saranno puniti:

a) se alla condotta di un’unità da diporto, ai sensi dell’art. 53 del Decreto legislativo n”17112005;

b) negli altri casi, autonomamente o in eventuale concorso con altre fattispiie, ai sensi dell’art .1174 o 1231 del Codice della Navigazione; oltre ad essere ritenuti responsabili dei danni eventualmente arrecati a terzi e/o cose in dipendenza dell’inosservanza delle norme contenute nell’ordinanza stessa. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservare e far osservare la presente ordinanza, la cui pubblicità verrà assicurata mediante l’affissione all’albo dell’ufficio, l’inclusione alla pagina “Ordinanze” del sito istituzionale www.molfetta.guardiacostiera.it, nonché l’opportuna diffusione tramite gli organi di informazione.

Molfetta, il 21 ottobre 2014

segue l‘Ordinaza Sindacale

“Armi chimiche sui fondali di Pesaro”. Un mistero lungo 70 anni

di Rita Bartolomei – www.ilrestodelcarlino.it

Dove? « Là, a tre miglia e mezzo dalla costa, dieci-quindici metri sotto la sabbia». Porto di Pesaro. Alessandro Lelli – ieri faceva il manager, oggi insegna Marketing – non ha dubbi. Qui, al largo (ma non troppo), è custodito un mistero lungo settant’anni. Ordigni della seconda guerra mondiale. Armi chimiche. Bombe all’iprite e fusti di arsenico. Questione delicatissima. Anche per questo il professore – presidente di un Coordinamento nazionale che si batte per una corposa bonifica – sceglie bene le parole. «C’è un pericolo potenziale che nessuno può valutare. Stiamo combattendo da cinque anni. Chiediamo subito un monitoraggio. Abbiamo preparato un esposto che raccoglie decine di firme. Nei prossimi giorni lo presenteremo in procura».

Dalle Marche al Lazio alla Puglia chi ha aderito al comitato si è messo a ristudiare la storia, mai risolta, dell’ultimo conflitto mondiale. Partendo da ‘Veleni di Stato’, libro-inchiesta pubblicato nel 2009 da Gianluca Di Feo. È l’estate del ’44. Hitler dà ordine ai suoi di far sparire gli arsenali di armi chimiche (italiane), a Urbino c’è un deposito. Vuol portare tutto in Germania. Manovra troppo pericolosa, ci ripensa. Decide di far sparire il carico in mare. Tra luglio e agosto le chiatte tedesche fanno avanti e indietro, quelle armi micidiali non devono finire nelle mani degli Alleati.

Questo raccontano i documenti storici. Ma quali sono le prove di oggi? «Andrebbero sentiti i pescatori – suggerisce Lelli –. Loro sanno. Magari trovano gli ordigni ma li ributtano in mare, hanno paura». Mistero nel mistero. Nel ’51 il sottosegretario Tambroni rispondendo all’interrogazione di Enzo Capalozza, ex sindaco di Fano, riconosceva il pericolo e dava le coordinate. Alcune indicazioni, però, sono sbagliate. Due punti che dovrebbero essere in mare sono invece sulla terraferma. Il mistero è approdato nel comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Si sta muovendo anche la Capitaneria di porto.

«Abbiamo incontrato i pescatori, li abbiamo rassicurati – apre il comandante Angelo Capuzzimato –. Se trovano un ordigno ci contattino, per loro nessuna conseguenza». E poi? Lelli ha una sua idea. «Spero che dall’esposto della procura nasca un’indagine approfondita – è l’attesa –. Bisogna ascoltare i testimoni. E se si trovano riscontri, andare avanti con il monitoraggio e la bonifica».

Negli ultimi anni si sono moltiplicati denunce e convegni. Lettere di sindaci e presidente di Regione. Interrogazioni parlamentari ripetute più o meno con le stesse parole. «Tante dichiarazioni di principio, ma dopo un po’ spariscono tutti», il bilancio di Lelli. La sua conclusione, in sostanza, è la stessa scritta in fondo al dossier di Legambiente, due anni fa: « Gli ordigni a carica di gas nei fondali di Pesaro ci sono (…). Quello che è da accertare è invece dove, quanti e in che stato ».

La storia infinita delle intercettazioni del senatore Azzollini

GIUNTA DELLE ELEZIONI E DELLE IMMUNITA’ PARLAMENTARI

MERCOLEDÌ 1 OTTOBRE 2014
45ª Seduta

Presidenza del Presidente
STEFANO

La seduta inizia alle ore 13,35.

Il senatore GIOVANARDI (NCD) propone di invertire la trattazione degli argomenti all’ordine del giorno dell’odierna seduta, svolgendo prioritariamente l’esame del documento relativo ad una richiesta di deliberazione sull’insindacabilità delle opinioni espresse, avanzata dal senatore Albertini.

Il PRESIDENTE fa presente che, con riferimento all’argomento posto al primo punto all’ordine del giorno, è prevista l’audizione del senatore Azzollini, evidenziando tuttavia che la trattazione del caso relativo al senatore Albertini potrà avvenire subito dopo.

IMMUNITA’ PARLAMENTARI

(Doc. IV, n. 5) Domanda di autorizzazione all’utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche del senatore Antonio Azzollini nell’ambito di un procedimento penale pendente anche nei suoi confronti (n.1592/09 RG – n. 2629/11 RG – n. 3775/13 RG GIP)

La Giunta riprende l’esame iniziato nella seduta dell’11 marzo e proseguito nelle sedute del 25 marzo, del 10 aprile, dell’11 e del 24 giugno, del 1° e del 10 luglio e del 24 settembre 2014.

Il PRESIDENTE  STEFANO (SEL) ricorda che a seguito di apposita richiesta, avanzata per le vie brevi dal senatore Azzollini, volta a chiedere di essere nuovamente audito, la Giunta, nella seduta del 24 settembre ha deliberato di accogliere la predetta richiesta.

La Giunta ascolta quindi, ai sensi dell’articolo 135, comma 5, del Regolamento, il senatore AZZOLLINI (NCD), il quale lamenta preliminarmente che la disposizione limitativa contenuta nell’articolo 135, comma 4, del Regolamento ha nel caso di specie cagionato una lesione del proprio diritto di difesa, atteso che l’applicazione di tale norma ha determinato in concreto la preclusione della possibilità di conoscere la documentazione integrativa trasmessa dall’autorità giudiziaria.
Rileva poi che la predetta disposizione regolamentare determina una disparità rispetto a quanto previsto nell’articolo 135-bis, comma 2, in relazione ai casi di autorizzazione a procedere per i reati di cui all’articolo 96 della Costituzione.

Il senatore PAGLIARI (PD) chiede di sospendere l’audizione, al fine di consentire alla Giunta di valutare le questioni avanzate dall’audito in via pregiudiziale.

Il PRESIDENTE, accogliendo la richiesta avanzata dal senatore Pagliari, sospende l’audizione del senatore Azzollini.

Il senatore Azzollini si allontana temporaneamente dall’Aula.

Il PRESIDENTE, in relazione alla questione sottolineata in via pregiudiziale dal senatore Azzollini, evidenzia che l’articolo 135, comma 4, del Regolamento disciplina specificamente il diritto dei senatori ad accedere ai documenti trasmessi alla Giunta dall’autorità giudiziaria. In particolare tale disposizione consente ai soli componenti della Giunta il diritto di prendere visione di tali atti e, peraltro, la prassi applicativa di tale norma è stata sempre orientata in tale direzione.
Per completezza ricorda che l’indagato, nell’esercizio del proprio diritto di difesa, può accedere ai documenti giudiziari che lo riguardano solo nei modi e nelle forme previste dal codice di procedura penale e presso le Cancellerie dei competenti Tribunali.

Il senatore BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) rileva che in qualsiasi tipo di procedimento deve essere garantito il principio irrinunciabile del contraddittorio. Pertanto, nella fattispecie in discussione, reputa che il senatore interessato vada messo a conoscenza degli atti che lo riguardano, al di là delle norme e della prassi che non possono di certo essere declinate in modo non conforme al rispetto del menzionato principio del contraddittorio.

Il senatore D’ASCOLA (NCD), nel condividere le considerazioni espresse dal senatore Buemi, ritiene che non possa essere convincente l’interpretazione strettamente letterale dell’articolo 135, comma 4, del Regolamento: infatti, se è certamente comprensibile che soggetti diversi ed estranei rispetto ai componenti della Giunta non possono prendere visione degli atti, non appare giustificabile che tale preclusione possa estendersi anche al senatore – non componente della Giunta – rispetto agli atti che lo riguardano direttamente e sui quali ha diritto di difendersi e di essere ascoltato. Se così non fosse, il diritto di difesa sarebbe privato del suo contenuto essenziale che attiene nella sostanza alla conoscibilità degli atti.
Sulla base delle argomentazioni esposte, dunque, la norma regolamentare e la prassi vanno interpretate alla luce degli articoli 24 e 111 della Costituzione, i quali affermano la valenza del principio del contraddittorio non solo all’interno del processo penale, ma in ogni tipo di procedura. D’altro canto, la fase in cui attualmente si trova l’esame presso la Giunta può essere in qualche modo accostata a quella nella quale gli elementi emersi nel corso dell’indagine penale sono conoscibili da parte dell’indagato in virtù di quanto previsto dall’articolo 415bis del Codice di procedura penale.

Il senatore BUCCARELLA (M5S) non concorda con quanto sostenuto dai senatori intervenuti, in primo luogo perché la Giunta non è organo giurisdizionale che, nel caso concreto, sta promuovendo un procedimento a carico del senatore Azzollini. Infatti, l’oggetto dell’esame cui è chiamata la Giunta si concentra esclusivamente sulla verifica della legittimità della richiesta – avanzata dalla autorità giudiziaria competente – in merito all’utilizzazione delle intercettazioni concernenti conversazioni che riguardano il senatore Azzollini. Circoscritto in tal modo il perimetro entro il quale deve svolgersi l’esame della Giunta, si deve conseguentemente concludere che non ha senso invocare in questo caso l’esercizio di un diritto di difesa.
Per quanto concerne poi il presunto contrasto tra l’articolo 135, comma 4, del Regolamento e il successivo articolo 135bis – il quale a differenza del primo consente al diretto interessato di prendere visione degli atti che lo riguardano – rileva che si tratta di fattispecie del tutto distinte. Alla luce delle considerazioni svolte, quindi, si dichiara contrario ad una interpretazione innovativa del comma 4 dell’articolo 135 del Regolamento.

Ad avviso del relatore, senatore CASSON (PD), sulla base delle norme vigenti, non sussiste alcun dubbio sul fatto che il comma 4 dell’articolo 135 del Regolamento consente esclusivamente ai componenti della Giunta di prendere visione degli atti concernenti le richieste di autorizzazione dell’autorità giudiziaria, con conseguente esclusione di tutti gli altri senatori. De iure condendo, appaiono, d’altro lato, condivisibili le argomentazioni che mettono in risalto la rilevanza della conoscibilità degli atti da parte del senatore interessato. Tuttavia, ciò esige una modificazione della norma regolamentare di cui si discute, fermo restando che il diritto di difesa da garantire nei confronti del senatore interessato va necessariamente controbilanciato con gli eventuali vincoli di riservatezza che potrebbero essere apposti sugli atti. In conclusione, nel dichiararsi favorevole ad un allargamento del diritto di difesa, ritiene che allo stato bisogna prendere atto del quadro regolamentare vigente, nella formulazione posta dal comma 4 dell’articolo 135 del Regolamento.

Ad avviso del senatore AUGELLO (NCD) la norma regolamentare menzionata è diretta solo ad evitare che altri senatori accedano agli atti, ma non impedisce al senatore direttamente interessato della richiesta dell’autorità giudiziaria di poter prendere visione degli atti che lo riguardano. A suo parere, tale interpretazione è la sola plausibile anche tenendo conto di quanto previsto dal successivo articolo 135bis rispetto al quale, altrimenti, si creerebbe un contrasto ed una incompatibilità sulla base delle norme costituzionali che tutelano il diritto di difesa e il principio del contraddittorio. Pertanto, nella fattispecie in questione a nulla vale richiamare una prassi fin qui seguita che può essere senz’altro interrotta, ristabilendo un equilibrio tra le due norme regolamentari citate, nel senso di permettere al senatore interessato di poter prendere visione degli atti che lo riguardano. Del resto, sarebbe profondamente contraddittorio se il senatore interessato dalla richiesta di autorizzazione dell’autorità giudiziaria, qualora componente della Giunta, potesse accedere agli atti, mentre, qualora non fosse componente della Giunta, si troverebbe di fronte ad una preclusione che, alla luce di quanto esposto, determinerebbe una disparità irragionevole.

Il senatore GIARRUSSO (M5S), nell’aderire a quanto sostenuto dal relatore Casson, rileva che non si è di fronte ad una procedura relativamente alla quale possa invocarsi il rispetto del diritto di difesa e del principio del contraddittorio. A suo giudizio, quindi, l’unica interpretazione possibile del comma 4 dell’articolo 135 del Regolamento è quella letterale poiché consente esclusivamente ai componenti della Giunta l’accesso agli atti. Una possibile modifica di tale disposizione deve pertanto essere affrontata nelle sedi opportune, ma allo stato dei fatti la norma vigente va senz’altro applicata, anche tenendo conto del fatto che senatori appartenenti alla stessa forza politica del senatore Azzollini, in quanto membri della Giunta, hanno la possibilità di conoscere gli atti del documento in titolo. Nota infine che il presunto contrasto con il successivo articolo 135bis sia del tutto apparente perché tale norma investe reati ministeriali che danno luogo ad un procedimento giurisdizionale speciale.

Il senatore GIOVANARDI (NCD) condivide quanto osservato dal senatore Augello, soprattutto con riferimento alla contraddizione che si manifesterebbe tra il senatore che, in quanto componente della Giunta, avrebbe la possibilità di visionare gli atti, anche in relazione ad un procedimento che lo riguarda, e qualsiasi altro senatore che, pur implicato in una richiesta di autorizzazione dell’autorità giudiziaria che investe la competenza della Giunta, non può accedere agli atti solo perché non fa parte di tale organo. In tal senso, respinge qualsiasi interpretazione dell’articolo 135, comma 4, del Regolamento che sarebbe inconciliabile oltre che con la Costituzione anche con il buon senso dal momento che è pacifico che il senatore interessato vanta il diritto di poter conoscere e visionare gli atti che lo riguardano.

Secondo il senatore PAGLIARI (PD)  si imporrebbe un’interpretazione costituzionalmente orientata dell’articolo 135, comma 4, del Regolamento in modo da non comprimere o eludere il rispetto del principio del contraddittorio. Nella fattispecie, peraltro, le memorie cui accennava il senatore Azzollini nell’avvio della sua audizione sono palesemente conosciute dallo stesso; tuttavia, se pure allo stato non si pone alcun problema di natura effettiva, de iure condendo appare necessaria una interpretazione costituzionalmente orientata della norma regolamentare citata affinché il senatore interessato possa conoscere gli atti che sono oggetto del giudizio della Giunta, fermo restando il rispetto derivante da eventuali vincoli che discendono dal segreto istruttorio.

La senatrice LO MORO (PD), nel concordare con le valutazioni espresse dal senatore Pagliari, ritiene che, in qualsiasi tipo di procedimento in cui è riconosciuto al diretto interessato la possibilità di essere ascoltato, va garantito il principio del contraddittorio, tanto più che, nel caso in esame, il relatore ha fatto riferimento ad atti e circostanze che l’audito può non conoscere. Mette poi in evidenza come l’articolo 135bis sia norma successiva nel tempo rispetto all’articolo 135 e, in quanto tale, sembra aver fatto propri i principi del contraddittorio che nel frattempo si sono consolidati all’interno dell’ordinamento giuridico.

Il senatore AUGELLO fa presente che non tutti i documenti agli atti della Giunta sono in possesso o a conoscenza del senatore Azzollini.

Il relatore, senatore CASSON (PD), rileva che, nell’avvio della sua audizione, il senatore Azzollini ha richiamato l’attenzione su due memorie difensive che sono senz’altro a sua conoscenza. Per quanto riguarda tutti gli altri atti trasmessi dall’autorità giudiziaria competente si rimette alle argomentazioni già svolte in precedenza, le quali richiamano la necessità di attenersi alla norma regolamentare attualmente vigente. De iure condendo, si può senz’altro dibattere sull’esigenza di un cambiamento di siffatta disposizione, in modo da consentire al senatore interessato di poter prendere visione degli atti che lo riguardano, ma anche dando facoltà allo stesso relatore di poter estrarre copia degli atti medesimi.

Il PRESIDENTE, alla luce del dibattito ampio e articolato che si è svolto, assume l’impegno ad avanzare una proposta di modifica dell’articolo 135 del Regolamento, che si riserva di sottoporre alla valutazione della Giunta e di inoltrare quindi per i canali ufficiali.

Il senatore D’ASCOLA, concordando con il senatore Augello, richiama l’attenzione sul fatto che le questioni poste dal senatore Azzollini attengono alla mancata conoscibilità di atti diversi rispetto alle memorie difensive che sono di sua conoscenza.

Il senatore BUEMI (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) manifesta la propria contrarietà ad un’interpretazione dell’articolo 135, comma 4, del Regolamento che non garantisca una effettiva parità delle armi per il senatore interessato.

Il senatore PAGLIARI tiene a precisare che è stato certamente utile ed opportuno che la Giunta si interrogasse sulle interpretazioni da dare alla norma regolamentare più volte citata; tuttavia, ritiene che tale dibattito non possa essere utilizzato in modo strumentale.

Il relatore, senatore CASSON, ricorda che è stato il senatore Azzollini ad avanzare, per le vie brevi ed informali, la richiesta di essere nuovamente audito dalla Giunta.

Il PRESIDENTE avverte che riprende l’audizione del senatore Azzollini, iniziata nella presente seduta e sospesa nel corso della stessa.

Il senatore AZZOLLINI, svolge le proprie argomentazioni difensive, finalizzate a prospettare l’assenza del requisito di casualità delle intercettazioni in questione, in quanto il procedimento penale in questione trae origine proprio da un documento a propria firma, del 15 ottobre 2009, contenente deduzioni difensive in relazione ai provvedimenti adottati dall’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture in relazione alla procedura per l’affidamento dei lavori di costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta. Tale ricostruzione è ulteriormente confermata dalla memoria difensiva del 9 dicembre 2011, la quale inerisce a una richiesta di proroga del termine per il compimento delle indagini preliminari depositata dal pubblico ministero in data 7 novembre 2011, per una serie di reati, tra i quali anche quelli di cui all’articolo 416 del codice penale, richiesta accolta con ordinanza del giudice per indagini preliminari del 27 gennaio 2012.

Congedato il senatore Azzollini, il PRESIDENTE invita il relatore Casson a precisare se dagli elementi acquisiti nel corso dell’odierna audizione emergano o meno profili in grado di determinare una riformulazione della proposta conclusiva in precedenza prospettata.

Il relatore CASSON chiarisce che nella odierna audizione non è emerso alcun elemento nuovo, confermando quindi la propria indicazione che la Giunta proponga all’Assemblea la concessione dell’autorizzazione all’utilizzazione delle conversazioni telefoniche intercettate, di cui al documento in titolo.

Il senatore MALAN (FI-PdL XVII), intervenendo nel dibattito, evidenzia che dalla nota del 21 agosto 2014, sottoscritta dai pubblici ministeri dottor Ruggero e dottor Savasta, emergono taluni evidenti profili di contraddittorietà.
I pubblici ministeri in tale nota sostengono che l’iscrizione per il reato di cui all’articolo 416 del codice penale sia stata effettuata per la prima volta a carico del senatore Azzollini in data 5 agosto 2013. Tale affermazione risulta tuttavia in contrasto con la richiesta di proroga del termine di scadenza delle indagini preliminari del 7 novembre 2011 – citata nella stessa nota quale “allegato 1” – dalla quale emerge per tabulas che il senatore Azzollini era indagato a tale data anche per il reato di cui all’articolo 416.
La contraddittorietà della ricostruzione della Procura emerge in maniera ancora più evidente se si considera il documento, tratto dal sistema RE.GE., richiamato nella nota come “allegato 11”, dal quale emerge chiaramente che il senatore Azzollini era iscritto fin dal 16 marzo 2009 anche per il reato di cui all’articolo 416 del codice penale.
Nel caso di specie, quindi, emerge una gravissima negligenza della quale si è resa responsabile la Procura ed è forse ipotizzabile anche un’ipotesi di falso, della quale andrebbe investita l’autorità giudiziaria competente.

Il senatore AUGELLO rileva che nel caso di specie non è chiaro se le erronee informazioni fornite dalla Procura alla Giunta siano frutto di una negligenza o se, al contrario, se le stesse siano imputabili a comportamenti dolosi.
Le integrazioni documentali per ultimo trasmesse dall’autorità giudiziaria accrescono i dubbi e le contraddittorietà dell’impianto complessivo della vicenda. L’oratore richiama l’attenzione sul documento citato nella nota trasmessa dalla Procura del 21 agosto 2014 (indicato come “allegato 11”), nel quale è riportato un attestato del RE.GE. da cui emerge senza ombra di dubbio che il senatore Azzollini era indagato per il reato di cui all’articolo 416 del codice penale fin dal 16 marzo 2009.
Anche le ordinanze di proroga delle indagini preliminari emesse dal GIP partono dal presupposto della sussistenza di una contestazione anche per il reato di cui all’articolo 416 del codice penale, come risulta per tabulas dall’esame dei documenti.
Rileva poi che nel caso di specie le intercettazioni sono prive del requisito della necessità e altresì che dalle modalità anomale, con le quali è stata condotta l’intera vicenda, emerge un fumus persecutionis.

Il senatore D’ASCOLA chiede di poter svolgere il proprio intervento nella prossima seduta, atteso che sarà a breve impegnato, come altri componenti della Giunta, nei concomitanti lavori della Commissione giustizia.

Il PRESIDENTE apprezzate le circostanze, rinvia il seguito dell’esame.

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 15.

Per le armi chimiche un esposto collettivo alla Procura di Pesaro

Il 16 Settembre 2014 scorso si è tenuto a Pesaro un incontro pubblico organizzato dal Movimento 5 Stelle sul problema delle armi chimiche disperse nel mare antistante la costa pesarese durante la seconda guerra mondiale. Ospite e relatore il presidente e portavoce del Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche, prof. Alessandro Lelli, che ha potuto informare dettagliatamente sulle dimensioni dell’inquinamento da residuati bellici chimici in Italia, sulle attività del CNBAC, sulle mancate risposte da parte delle istituzioni e amministrazioni locali e nazionali alle innumerevoli richieste prodotte e sullo stato delle rarissime e parziali bonifiche avviate. Nell’occasione è stato presentato l’esposto che i membri pesaresi del CNBAC hanno redatto per richiedere l’intervento della magistratura a fronte dell’immobilismo degli organi competenti. Molte sono state le domande da parte del pubblico e a conclusione del dibattito tanti cittadini hanno voluto firmare l’esposto e aderire al comitato locale.

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